Don Rodrigo Ponce de Leon, Duca d’Arcos, entrò a Napoli l’11 febbraio 1646. Uomo dal carattere debole ed incapace di mostrare energia si trovò a riorganizzare una città soffocata dalle gabelle e da problemi di ordine pubblico e di accese differenze tra nobiltà e popolo. Fu in questi anni che si consumò la rivolta popolare contro i nobili, dal 7 al 16 luglio del 1647, capeggiata da Tommaso Aniello d’Amalfi, detto “Masaniello” che tendeva a denunciare il malgoverno dei vicerè appellandosi al sovrano spagnolo al grido di “viva o Rre ‘e Spagna, mora ‘o malgoverno”: Nondimeno l’epilogo di tale vicenda fu cruento e sanguinoso e comportò l’uccisione dello stesso Masaniello, fucilato e mutilato della testa. Don Rodrigo, assolutamente incapace di controllare un così complesso e delicato equilibrio, venne richiamato dal sovrano spagnolo e si imbarcò, il 19 gennaio del 1648, con i familiari e le suppellettili per Gaeta lasciando la città in cui aveva raccolto larga messe di odio.
Ed eccoci infine alla denominazione “Il Cavaliere di Toledo“, ispirata alla statua equestre realizzata dall’artista sudafricano William Kentridge nell’antistante piazza. Questa installazione venne considerata la “ciliegina sulla torta” sulla stazione del metrò realizzata dallo spagnolo Oscar Tusquets Blanca, e considerata una delle più belle al mondo. La statua, tuttavia, non si ispira ad eroici cavalieri bensì ai mitologici Osso, Mastrosso e Carcagnosso, tre fuoriusciti cavalieri vicereali spagnoli appartenenti alla segreta massonica società “La Garduna“, che pare fossero i fondatori della Camorra napoletana (il primo) e di Cosa Nostra e della Ndrangheta (i rispettivi altri due).
Storie e leggende che riempiono questi spazi di mistero, fascino e tradizioni uniche, indescrivibili ed irrinunciabili come solo durante un soggiorno in questi luoghi si potrà provare.
Bibliografia:
G.CONIGLIO, I Vicerè Spagnoli di Napoli, Fausto Fiorentino Editore, Napoli dicembre 1967
C.DE SETA, Cartografia della Città di Napoli,E.S.I. 1969.
G.C.ALISIO, Urbanistica napoletana del Settecento, Bari 1979.